SAMONIOS

26.10.2013 23:28

 

In un ultimo tripudio di vibranti e vivacissimi colori autunnali giunge, alla fine di Ottobre e sotto la Luna delle Nebbie, il Samonios o Samhain, meglio conusciuto dai “non pagani” come Halloween.

Ma dove ha origine quest’antica festa?

A dispetto di chi, al giorno d’oggi, sostiene che sia una carnevalata d’importazione, nata negli Usa e sponsorizzata dall’industria dolciaria, Halloween è un’antichissima festa pagana di origine pre-romana e dedicata al culto dei morti “All Hallows Eve” è la forma estesa di Halloween che indica letteralmente la “la notte di tutti gli spiriti”. Fu intorno al IX secolo d.C. la Chiesa decise di spostare la giornata di commemorazione dei morti al 2 di Novembre, posizionando nel primo giorno dell’undicesimo mese del calendario Giuliano la giornata di venerazione di tutti i Santi. Tutto questo per facilitare l’evangelizzazione ai pagani sovrapponendo una festività cristiana ad una molto più arcaica e religiosamente scomoda. Samonios deve il suo nome al mese di Samon, al quale da inizio e che viene considerato dalle popolazioni indoeuropee, in particolar modo dalla civiltà celtica, come il primo mese del nuovo anno. Un anno scandito dai ritmi lunari, teoria che trovò conferma nel ritrovamento del calendario di Coligny secondo cui ogni giornata aveva inizio dalla fase oscura e cioè dalla notte. Conseguentemente ne deriva che proprio la notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre sia stata per secoli un momento magico e spirituale. Samonios è, insieme a Beltane, una delle più importanti feste del fuoco della Ruota dell’Anno. L’origine del termine sembra indicare sia la fine dell’estate sia una riunione o un’assemblea tra più individui, talmente importante che gli abitanti del villaggio consideravano morto chiunque non prendesse parte ai festeggiamenti del proprio clan. . Gli antichi Celti, dalla Gallia Cisalpina ai confini di Irlanda e Scozia, festeggiavano con particolare sacralità questo momento dell’anno. Considerato il confine tra l’anno vecchio e l’anno nuovo, questo momento di passaggio era un momento carico di magia, quella degli intermedi, in cui i confini tra mondo visibile e invisibile si fondono in un istante e permettono ai veli tra i mondi di cadere e favorire un contatto tra i vivi, gli antenati e coloro che verranno. Nel passato le genti si ritrovavano per festeggiare l’ultimo raccolto, veniva allestito un grande banchetto dove nobili e servi sedevano allo stesso tavolo e condividevano le medesime prelibatezze. I druidi accendevano grandi falò sulle colline con nove legni sacri e la popolazione vi si recava per recuperare un tizzone con il quale avrebbero poi riacceso i focolari delle loro case come simbolo di luce e rinascita. Le divinità celtiche principali di questa importante festività sono essenzialmente tre. Dagda, un dio buono e giusto che possedeva una clava e un calderone capaci di togliere e dare la vita. La Morrigan, potente dea della guerra, della morte e della distruzione, nonché amante di Dagda. Kerridwen, la vecchia saggia, protagonista di una delle leggende celtiche più conosciute, quella di Taliesin, che è la detentrice del calderone della conoscenza e della rinascita.

Come detto prima, caratteristica fondamentale di Samonios, è appunto l’assottigliarsi delle barriere invisibili tra il nostro mondo, l’annwn (il mondo degli spiriti) e il sidhe (il mondo degli esseri fatati); ed è proprio per questo motivo che i bambini si mascheravano e si mascherano da mostri e spiriti, proprio per ingannare le anime che durante questa magica notte potrebbero aggirarsi tra di noi. Zucche, pipistrelli, gatti neri, gufi, fantasmi, streghe, scheletri diventano i simboli perfetti nella rappresentazione dei contenuti di questa festa. La Zucca attraverso la leggenda di Jack O’Lantern diventa un fedele compagno che aiuta il viandante ad illuminare la via nella Buia Notte, proprio come farebbe un nostro antenato che grazie alla sua silenziosa presenza ed intercessione ci aiuta a procedere nel nostro cammino di vita anche nei momenti più difficili. Pipistrelli, gatti neri, gufi e altri animali rappresentano gli animali totemici delle antiche popolazioni pagane del passato, i famigli che conferivano protezione e guida. Le streghe sono una trasparentissima rappresentazione delle energie femminili della Dea nel sua versione di Crona e Vecchia Saggia. Scheletri, mostri e fantasmi sono infine la rappresentazione fisica degli spiriti dei morti che solo in questa notte possono tornare sulla terra a visitare i propri cari. Per evitare scomode intrusioni, dispetti e vendette dai trapassati i nostri avi, durante il banchetto di Samonios, erano soliti apparecchiare anche per chi era venuto a mancare nella propria famiglia, lasciando a disposizione per tutta la notte dolci e altre ghiottonerie sulle tavole o sui davanzali delle finestre. Proprio da questa usanza ecco nascere la divertente e giocosa usanza dei bambini di girare per le strade bussando alle porte di case e barattare la tranquillità del vicinato con qualche prelibatezza dolciaria del tipico “Trick or Treat”.

Nonostante siamo nel 2013, e l’umanità abbia conosciuto millenni di “evoluzione”, purtroppo ci sono ancora molte associazioni a stampo religioso che demonizzano questa festività diffondendo false informazioni ricche di suggestioni negative che non fanno altro che sviluppare la diffidenza e la riluttanza di persone fondamentalmente ingenue e facilmente impressionabili. La comunità pagana, tuttavia, sta sviluppando un’attiva ed efficace campagna di informazione volta a fare chiarezza in quelle che sono state tradizioni comuni nel nostro passato e che stanno rifiorendo negli ultimi decenni. Un sito web che consiglio di visitare anche ai più scettici è https://levereoriginidihalloween.blogspot.it/ dove si possono trovare molte informazioni a riguardo tra cui e-book gratuiti.

Io e il cerchio druidico, di cui faccio parte, cerchiamo di festeggiare il Samonios nella maniera più vicina a quella dei nostri avi, con una celebrazione pubblica ad un antico nemeton. E’ un momento spirituale e religioso insieme, in cui onorare i nostri antenati e gli dei. Quello che consiglio anche a voi è un periodo di introspezione, in cui si possa riflettere su ciò che ci ha dato l’anno passato e su come si voglia condurre quello a venire. E’ anche il momento di affrontare le nostre ombre, la nostra parte oscura e riflettere sul significato della morte, magari visitando i luoghi di sepoltura dei defunti, portando offerte e facendo una camminata nei boschi per osservare come la natura si prepara a questo ciclo continuo di distruzione e rinnovamento.

 

Spero di aver catturato la vostra attenzione, ora non mi resta che augurarvi…

 

FELICE SAMONIOS a tutti voi!

 

—————

Indietro