Amanita muscaria

20.11.2015 15:25

 

CLASSIFICAZIONE BOTANICA
Regno:  Fungi 
DivisioneBasidiomycota
ClasseBasidiomycetes
OrdineAgaricales
FamigliaAmanitaceae
GenereAmanita 
Specie: Amanita muscaria 

 

CARATTERISTICHE GENERALI

La Amanita muscaria conosciuta anche come (Agaricus muscarius o Agaricus pseudo aurantiacus) il cui nome volgare è ovulo maleficoovolacciococc falsfungo dei pazzimoscaria o fly agaric (per gli inglesi) è un fungo che appartiene alla classe dei basidiomiceti ed alla famiglia delle Amanitaceae che comprende più di 10.000 specie con oltre un centinaio di generi. Nell'ordine delle Agaricales, il genere Amanita è sicuramente quello più studiato e conosciuto.

E' tra i funghi più diffusi e conosciuti questo dovuto anche al fatto che la sua presenza non passa inosservata data la vivacità dei suoi colori. E' molto bello da vedersi potendo infatti trovare delle specie che possono raggiungere anche i 25 cm di altezza.

Il cappello, si presenta carnoso ed allo stadio giovanile è chiuso ed a forma emisferica che, una volta maturo, si apre assumendo la classica forma a fungo che tutti conosciamo. Al tatto rimane viscido di colore rosso molto vivo o aranciato o giallastro ricoperto normalmente da delle piccole vescicole di solito bianche o tendenti al giallino che altro non sono che brandelli del velo (una sorta di protezione che si forma quando si sta sviluppando il fungo) di colore bianco che rimangono aderenti alla parte superiore del cappello

Il cappello è sorretto da un gambo, tipicamente cilindrico, per lo più pieno ma cavo nella parte centrarle che rimane ingrossato nella parte bassa a formare una sorta di bulbo con cerchi concentrici di colore bianco.
Nella parte bassa presenta numerose lamelle, molto fitte, bianche o leggermente giallastre che sviluppano l'imenio, la parte fertile del fungo dalla quale si formano le spore (i "semi" dei funghi per intendersi).
Se si taglia il fungo si nota che all'interno la polpa è bianca appena sotto la cuticola del cappello mentre più sotto rimane di colore giallastro con odore e sapore insignificanti.
Le spore sono bianche ed il loro numero è quasi incalcolabile nell'ordine dei miliardi nel corso di un anno.
Ci sono diverse varietà che differiscono tra loro per il diverso colore del cappello variando dal giallo più o meno intenso all'arancione
E' facile trovarla sia d'estate che in autunno nei boschi di conifere e di latifoglie anche se ha un gran numero di piante ospiti che vanno dal pino, al pioppo, all'abete, alla betulla.
 
 
PRINCIPI ATTIVI
 

Da questo fungo sono state isolate diverse sostanze:

Vanadio, (un elemento chimico con numero atomico 23 e simbolo "V" è un elemento raro, tenero e duttile) che fino ad oggi non è stato isolato in nessun altro rappresentante del regno vegetale; per lo più si trova nei minerali composto con altri elementi.

Muscarina, un alcaloide, scoperto nel 1869. Quando fu scoperta si pensava che fosse lei la responsabile delle proprietà allucinogene del fungo. In realtà successivamente si è scoperto che la sua azione è del tutto secondaria, ma è responsabile dei sintomi di nausea, vomito e visione offuscata. Tra l'altro è presente in quantità minime di circa 2,5 mg/kg.

Atropina, un tropan-alcaloide, presente in diverse piante. 

Bufotenina che è un principio attivo velenoso che principalmente viene secreto da alcune ghiandole cutanee dei rospi (specie Bufo bufo).

Ma le principali sostanze, isolate in laboratorio e responsabili degli effetti allucinogeni sono: l'acido ibotenico, il muscimolo ed in minor misura il muscazone.

L'acido ibotenico non attraversa il sangue del cervello tal quale ma viene trasformato in parte in Muscimolo mentre la restante parte viene eliminata. L'azione viene quindi svolta dal muscimolo che funziona come antirecettore GABA (gaba antagonista). Si è visto che è particolarmente attivo nel cervelletto, nella corteccia cerebrale e nell'ippocampo. 

Il muscimolo, viene espulso tal quale dalle urine, senza essere metabolizzato e questo spiega l'usanza testimoniata da vari scritti, di bere l'urina di chi ha mangiato questi funghi (per poter avere l'effetto allucinogeno) in quanto il muscimolo passa attraverso i reni senza essere modificato per cui l'urina avrebbe lo stesso effetto dell'Amanita senza però gli effetti negativi di nausea e vomito provocati dalla muscarina che non si ritrova nelle urine quindi in qualche modo viene metabolizzata. L'uso di bere l'urina a noi occidentali fa inorridire ma per i popoli nativi americani ed orientali era una cosa normale usarla come disinfettante e medicinale. Pertanto non deve apparire strano il fatto che bevessero l'urina di chi aveva ingerito l' Amanita muscaria . 

L'acido ibotenico diventa comunque naturalmente con il tempo muscimolo, un composto più stabile. Questo fatto è legato alla tradizione per la quale gli indigeni siberiani lasciano seccare al sole o al fuoco il fungo in modo che i suoi effetti siano più potenti. Utilizzavano inoltre i funghi di dimensioni più piccole e con molte "macchiette bianche" in quanto si diceva che erano più potenti di quelli più grandi e di colore sbiadito.

E' stato accertato che la quantità di queste sostanze psicoattive è molto variabile a seconda del luogo di provenienza dell'Amanita. Ecco perchè gli effetti del fungo non sono sempre uguali.

 

COME VIENE UTILIZZATA

Tradizionalmente venivano usate secche in quanto fresche provocavano il vomito. Il loro effetto inizio circa 2-3 ore dopo l'assunzione e dura circa 6-8 ore.

Alcuni fumano l'amanita secca con effetto quasi istantaneo ma di breve durata.

E' impossibile dare indicazioni certe sulle dosi minime che possono essere tossiche in quanto varia da fungo a fungo e dalla zone dove è cresciuto. Solo un'esame chimico può dire la percentuale di principio attivo presente.

Si sa che koryak come i chukchis erano soliti far seccare questi funghi in mazzi di tre che era considerata la dose media. Una volta asciugati e resi friabili li prendevano con un po' di acqua. Oppure venivano masticati direttamente.

La bibliografia su questo fungo è molto vasta. In ogni caso molti studiosi affermano che se viene mangiato tal quale, senza adeguata preparazione, è mortale, viceversa se trattato in maniera adeguata, considerando che le sue tossine sono solubili in acqua, può essere assunto senza problemi come avviene tutt'oggi in Giappone ed in alcune zone nel sud della Francia e della Spagna dove consumano il fungo per i suoi effetti psicoattivi. Si sconsiglia vivamente ogni tentativo di emulazione degli esempi sopra descritti, non essendone stati testati gli effetti collaterali: la maggioranza dei testi micologici ne sconsigliano qualsiasi tipo di utilizzo alimentare.

 

EFFETTI

A livello fisico ha effetti stimolanti nei confronti del sistema parasimpatico provocando sudorazione, contrazione delle pupille, diminuzione del battito cardiaco ed aumento della peristalsi intestinale, nausea, disorientamento. 

Non sono stati segnalati danni fisici per un uso prolungato di questo fungo nè si sa che provoca dipendenza.

A bassi dosaggi provoca una sensazione di ebbrezza, maggiore forza fisica con alterazione della vista vedendo gli oggetti di dimensioni diverse dal reale. Chi ha studiato gli effetti che provocano questi funghi ha appurato che i suoi effetti sono molto soggettivi e variano parecchio da persona a persona.

 

STORIA

La storia si base sulle analisi linguistiche dei diversi popoli, soprattutto asiatici. Ha infatti una lunga reputazione come fungo usato nei riti sciamanici per provocare allucinazioni.
Nelle zone del nord est della Siberia sono stati ritrovati numerosi geroglifici che risalgono al 1000-2000 a.C. con figure di uomini con i funghi messi a cappello. Si tratta della zona abitata dal popolo Chukchi (che abitano la penisola dei Chukchi all'estremità nordorientale dell'Asia tra il Pacifico e il Mare Artico dove lo stretto di Bering la separa dall'Alaska) che ancora usano la Amanita muscaria come inebriante.
Si ritiene oggi che questo fungo sia la prima pianta psicoattiva più antica che sia stata usata dall'uomo. 
Sono numerosi i popoli che ancora oggi hanno tramandato ed usano l' Amanita muscaria : i chikchi, i Lapponi (che attualmente occupa principalmente le terre a nord del Circolo Polare Artico), i Koriak (o Coriachi, di stirpe mongola che vivono nell' estremo Nord della Kamchatka, ancora oggi popolata da gruppi di nomadi, cacciatori ed allevatori) ed altre popolazioni che gravitano nella zona dello stretto di Bering e della Siberia centrale vicino ai fiumi Ob e Yenisei. In pratica in tutto il vasto territorio della Siberia dove esiste la figura dello sciamano, si consuma ancora oggi questo fungo sia per le pratiche magiche che a scopo curativo. Anche nel continente americano ci sono notizie di due popolazioni, i Chippewa e i Dogrib, al confine tra gli Stati Uniti ed il Canada nella zona dei grandi laghi, che usano questo fungo nei loro rituali sciamanica.
Con il tempo l'uso di questo fungo si perse e gli antropologi attribuiscono questo sia ai grandi cambiamenti sociali e culturali avvenuti nel Neolitico sia all'avvento del cristianesimo che ha combattuto da sempre l'uso delle sostanze psicoattive considerate riti pagani. Praticamente solo quando l'Amanita muscariavenne assunta al ruolo di "pianta allucinogena" divenne un fungo velenoso.

 

Uso attuale
 
Alcune popolazioni artiche continuano ad utilizzare ancora oggi il fungo nei loro cerimoniali. Al di là del consumo "tradizionale" o "storico" del fungo, oggi molti individui culturalmente lontani da queste popolazioni consumano l'Amanita muscaria alla ricerca delle allucinazioni (euforia, effetti psichedelici) prodotte dall'ingestione del corpo fruttifero del fungo stesso. Il fungo secco viene infatti venduto attraverso siti web e "Smart Shop", che promettono effetti di allucinazioni visuali ed auditive.
 
Legislazione
 
In Italia nè l'acido ibotenico, nè il muscimolo ed il muscazone nè l'intero fungo o parti di esso sono inseriti nelle Tabelle contenenti le sostanze stupefacenti o psicotrope sottoposte alla vigilanza ed al controllo di cui all'articolo 14 del Decreto del Presidente della Repubblica 309/90 e successive modifiche. In molti paesi europei (Svezia, Norvegia, Olanda, Finlandia, Danimarca, Inghilterra) l'Amanita muscaria può essere legalmente comprata, venduta e posseduta. 

 

 

MITI E LEGGENDE

Per migliaia di anni, l'apparizione improvvisa di un cerchio di funghi è stata considerata un segno di presenze ultraterrene. Questi cerchi apparirebbero di notte, oppure viaggerebbero da un luogo all'altro senza alcuna chiara ragione. Avvertimenti sulle forze magiche che dovevano aver creato queste anomalie sono stati tramandati di generazione in generazione, generando così il folklore dei cerchi fatati.

Questi cerchi fatati (di fate, elfi o folletti) sono un fenomeno naturale. Un fungo crea un cerchio o un arco nel terreno, influendo sull'erba circostante, e cresce attraverso la vegetazione formando un cerchio di funghi. Questi cerchi - da molti considerati una piacevole sorpresa e un portafortuna, da altri un oscuro presagio o uno sgradevole problema per il prato -possono estendersi da pochi centimetri fino a oltre cinquanta metri. Si pensa che il cerchio trovato a Belfort in Francia, sia il più grande mai rinvenuto. Ha un diametro di circa seicento metri ed esiste da settecento anni.

A volte ci sono più cerchi sovrapposti in una zona, che creano strani e sinuosi disegni nell'erba. Spesso l'erba all'interno del cerchio è morta e appassita, e quindi ha un colore del tutto diverso rispetto all'erba all'esterno.

Creature soprannaturali con poteri misteriosi

Ogni luogo ha la propria credenza sui cerchi fatati, ma per la maggior parte i miti narrano di fate o creature soprannaturali che danzano intorno al cerchio, oppure di portali (i cerchi) tra il regno delle fate e il nostro mondo. Si credeva anche che i cerchi si formassero da stelle cadenti o fulmini, o fossero opera delle streghe. Queste credenze sono sopravvissute fino al diciannovesimo secolo, così come gli avvertimenti riguardo al non vagare in un cerchio fatato, se non si voleva essere trasportati nel regno delle fate e affrontare un tragico destino.

I cerchi sono conosciuti in tutta Europa. Erano chiamati 'i cerchi degli stregoni' in Francia e 'cerchi delle streghe' in Germania, dove sarebbero stati più attivi durante la notte di Valpurga, la vigilia del 30 aprile, quando si credeva che le streghe si incontrassero e tenessero grandi celebrazioni in coincidenza con l'arrivo della primavera.

Nella tradizione inglese, scandinava, celtica e di molti altri Paesi europei, i cerchi erano creati dalle fate o dagli elfi danzanti. Queste eventi erano specialmente associati alle notti di luna piena, e l'apparizione improvvisa dei cerchi al mattino erano la prova di una danza nella notte precedente.

In Scozia si credeva che le fate sedessero sui funghi e li usassero come tavoli per i loro banchetti, mentre in Galles la storia narra che le fate raccolgono i funghi per usarli come parasole o ombrello. Ancora oggi in Galles si crede che i cerchi stiano a significare un villaggio sotterraneo di fate. Il folklore gallese considera i cerchi come luoghi di fertilità e fortuna, e afferma che le messi cresciute intorno a essi e il bestiame che pascola nei loro pressi saranno floridi.

La tradizione austriaca afferma invece che sono dei dragoni volanti a creare i cerchi, devastando la zona cosicché solo i funghi velenosi possano crescervi per sette anni.

Nel folklore francese si crede che gli strani cerchi siano custoditi da rospi giganti che maledicono chiunque entri nel cerchio.

Non entrate nel cerchio!

Generalmente si crede che i cerchi fatati siano da evitare in quanto luoghi pericolosi.

Se qualcuno osa entrare in un cerchio potrebbe cadere sotto un incantesimo, come ad esempio, diventare invisibile per il mondo mortale, essere incapace di uscire dal cerchio o essere trasportato nel regno delle fate, essere costretto a danzare intorno al cerchio con gli essere fatati e non tornare più nel nostro mondo.

La scienza può spiegare il mistero?

Oggi il fungo che causa il fenomeno naturale è ben noto. Il micelio è un fungo dilagante che cresce in ambienti fertili e umidi. In buone condizioni le spore si sviluppano in funghi (il più famoso è il commestibile berretto scozzese, o champignon dell'anello fatato).

I funghi giungono in superficie e creano un anello facilmente visibile. Sotto terra, i miceli si ramificano sotto l'erba, muovendosi dal centro verso l'esterno, alimentandosi di materia organica e decomponendosi mentre viaggiano.

Il micelio morto forma uno spesso tappetino idrorepellente che priva le radici dell'erba dei nutrienti e dell'umidità. Alla fine, il terreno all'interno del cerchio si secca e muore di fame, ma il bordo del cerchio rimane rigoglioso e verde, in quanto il micelio in decomposizione, che prima si era nutrito e poi è morto, rilascia fertilizzante. Questo ciclo può continuare per secoli e l'anello cresce, si restringe, si muove per la campagna, deliziando alcune persone e disturbandone altre.

Gli scienziati avranno delle difficoltà a spiegare i cosiddetti 'cerchi fatati' in Africa. In Namibia, nell'Africa meridionale, si sono formate macchie brulle e circolari sulle praterie sabbiose per motivi sconosciuti. I cerchi si comportano proprio come il micelio, che cresce e poi sparisce dopo decenni. Ma gli scienziati hanno escluso un fungo simile e rimangono perplessi sul perché questi anelli siano apparsi in paesaggi remoti e aridi. La tradizione orale locale li spiega come l'opera di spiriti e divinità della natura.

Per fermare la diffusione della necrosi da parte del micelio, si dovrebbero raccogliere i funghi non appena compaiono. Poi, bagnare accuratamente il terreno potrebbe eliminare il problema, ma spesso bisognerebbe scavare sotto il fungo bianco per rimuovere il terreno contaminato. Questo a volte può significare scavare per parecchi metri per poter togliere tutto il terreno infettato, sostituendo il tutto con terreno fresco e rendendo il prato come nuovo.

 

 



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